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Filosofia musicale - Prima lezione

La musica è arte. La musica è passione. La musica è lavoro. Così come tutta l'arte nel mondo. E chi dice che non lo è? Ecco gli antagonisti "del potere" e dell'immutabile: Il tradizionalismo "eccessivo e negativo", le menti retrograde e antiquate, i dinosauri politici e intellettuali che preferiscono criticare l'amore (invece che costruirlo), i buffoni "che non sanno", ma si cimentano come scienziati per sentirsi felici "nei loro complotti" e infine l'avidità delle menti corrotte.



La musica d'altro canto è la voce del mondo e il rumore della rivoluzione.

La musica è la scienza dei suoni e dei rumori: il tono, la melodia, il battito frusciante dei tamburi e la voce sono importanti quanto il sapere nel mondo.

Il suono e il rumore diventano rivoluzione nel sentimento: c'è tutto uno studio, ma lo studio essenziale non è tanto interpretare, ma comprendere le motivazioni della musica originata, elaborata e sognata fin dagli albori. Non sono le recensioni a fare il mondo, è il mondo a determinare e fare le recensioni.



La musica dopotutto è rivoluzione: è la voce contro i poteri forti (di tutte le direzioni), ambigui, oscuri, alti, ma anche il rumore del vero amore contro l'odio e la corruzione. E il vero amore

non distrugge mai, ricostruisce sempre.



La musica è sempre musica. Come la rivoluzione galleggiante nel mondo.



 
 
 

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